Ecco l’unico modo per non avere paura di perdere soldi ogni volta che i mercati scendono
Forse anche tu sei una persona che di fronte alle allarmanti notizie di giornali e tv inizia a farsi prendere da mille dubbi sulle scelte di investimento fatte.
È normale, sono i tuoi risparmi.
Proprio quelli su cui si basano tutti i tuoi progetti di vita e che, in generale, le persone investono per costruirsi una rendita per il giorno che smetteranno di lavorare, per avere le migliori cure mediche e per comprare una casa ai loro figli.
Con tutto quello che urlano tv e media vari in questi giorni, l’idea di poter perdere il denaro guadagnato e risparmiato è un pensiero ricorrente.
Come potrebbe essere diversamente quando si leggono titoli come questi?
– Trump: nuovi dazi contro la Cina. Crollano le borse (lastampa.it);
– Spettro Grecia in Italia: i ricchi trasferiscono i capitali in svizzera (libero.it);
– Italia: Moody’s taglia il rating, bond a un passo dalla spazzatura (Wall Street Italia).
Certamente, è un momento delicato, ma se anche tu stai cercando di capire come si muovono i mercati finanziari e quali saranno le sorti del nostro paese non è solo per un senso patriottico (per carità ci può stare pure quello).
In realtà quella che ti assale, quando leggi queste notizie, è paura:
- la paura di perdere i soldi che hai investito o che hai sul conto;
- la paura di non riuscire ad andare in pensione con un assegno decente o nei tempi che avevi pensato;
- la paura che il tasso sul mutuo possa salire al punto da non riuscire a pagare la rata.
È del tutto normale preoccuparsi per queste cose.
I media lo sanno e continuano a bombardarti di informazioni. Alcune di qualità, altre meno.
Ma ora voglio essere molto chiaro.
Parlare di rendimenti, di spread e di mercati non ti aiuterà a stare meglio così come la ricerca del prodotto migliore è la strada che ti porterà verso probabili delusioni.
È necessario che tu comprenda – prima di ogni altra cosa – il nuovo contesto nel quale ci muoviamo, perché un fatto è oggettivo: le cose, oggi, non funzionano più come una volta.
Storicamente gli italiani hanno sempre avuto gioco facile con gli investimenti.
Negli ultimi 50 anni è bastato investire in Titoli di Stato – immobili – conti correnti per avere, da una parte la garanzia del capitale, e dall’altra rendimenti a due cifre.
Queste condizioni da paese del Bengodi hanno avuto però effetti devastanti sulla nostra educazione finanziaria. Ci siamo abituati:
- a valutare la bontà degli investimenti una volta all’anno. D’altronde, che bisogno c’era di investire nel lungo periodo quando i rendimenti dei Bot erano alti, sicuri e con scadenza al massimo a 12 mesi?
- al concetto che per avere un rendimento non è necessario rischiare, perché c’era sempre la garanzia pubblica;
- a investire nel mattone con la certezza di rivenderlo sempre ad un prezzo maggiore in qualsiasi momento.
Ti dimostrerò un’altra volta che queste sono false convinzioni e abitudini sbagliate.
Quello che voglio dirti ora è che farsi tante domande sul rapporto rischio/rendimento dei prodotti e sull’andamento dei mercati finanziari non era certo il primo dei pensieri.
Bastava andare a depositare i soldi in banca o comprare una casa e il gioco era fatto.
Finché, nel 2008, insieme alla crisi finanziaria mondiale è esplosa anche quella italiana. Mi spiego meglio.
Dal 2000 in poi il mondo è cambiato velocemente.
Da una parte, le aziende hanno subito l’avanzata dei paesi – cosiddetti emergenti – come la Cina, dovendo affrontare, senza armi, la guerra dei prezzi bassi.
Molte aziende italiane hanno chiuso bottega. Complice sia l’introduzione dell’Euro, che non ha più permesso di sfruttare la svalutazione della Lira per competere con le aziende estere, sia l’atteggiamento di un Fisco più severo e aggressivo.
Dall’altra, molti risparmiatori hanno visto vacillare i vecchi punti di riferimento quando sui giornali sono apparse le notizie dei fallimenti di note banche italiane.
Di colpo, chi aveva il denaro depositato nelle banche ha iniziato a confrontarsi con concetti come “rischio”, “diversificazione” e “orizzonte temporale” che prima non considerava.
Ora questo è il nuovo mondo.
Tutto male? Tutto positivo? Non è questo il punto.
Il fatto è che in un paese in cui il livello di alfabetizzazione finanziaria è al penultimo posto fra i 18 paesi dell’OCSE si creano situazioni di questo genere.
> Un giorno entri in banca a chiedere al direttore che tasso di interesse puoi ottenere sul conto e quello dopo ti senti dire che, non solo se lasci i soldi depositati il tasso è zero, ma rischi di perderli nel caso in cui la banca fallisse.
> Un giorno entri in banca convinto di sotto scrivere un Bot e quello dopo ti senti rispondere che i Titoli di Stato hanno un rendimento negativo, per cui ora conviene investire su un Fondo obbligazionario. Peccato che il rendimento non si può sapere prima in quanto dipende dall’andamento dei tassi americani. Sempre sperando che Trump non esageri con i dazi alla Cina…. altrimenti sono guai.
Fallimento della banca? Dazi? Trump? Rendimenti negativi?
Troppe informazioni per chi semplicemente continua a farsi la solita domanda: “ma Direttore, quanto mi dà se lascio i soldi per un anno?”.
Capisci che la distanza fra il vecchio e nuovo mondo è troppa?
In uno scenario dove le banche falliscono e i Titoli di Stato di fatto non hanno più la garanzia pubblica (con l’introduzione nel 2012 delle CACs, le clausole di azione collettiva) il risparmiatore è diventato una facile preda di ciarlatani e di truffatori.
E la soluzione non è quella di iniziare a prendere una laurea in economia per imparare ad investire i propri risparmi, perché è un po’ come dire “divento un Dottore, così mi curo da solo”.
Certo che lo puoi fare, ma hai bisogno di tempo, costanza e tanta passione.
La tua priorità dovrebbe essere quella di cambiare subito mentalità, così come è cambiato rapidamente il mondo.
Qui si tratta di pensare prima a te e poi a quello che influenza l’andamento dei mercati.
È un passaggio importante che devi fare prima di ogni scelta di investimento, perché continuare a fare le scelte con le stesse convinzioni di prima, ti farà investire a caso nella speranza di guadagnare.
E dato che non ho mai conosciuto nessuno che vuole investire con la speranza di perdere denaro, devi farti la domanda più importante di tutte.
A cosa mi servono i soldi?
Ovviamente conosco la prima risposta ‘’per spenderli come meglio credo’’.
E anche la variante ‘’mi danno sicurezza’’.
Ma se proviamo ad andare oltre, scoprirai che ti serviranno per cose molto più concrete:
- per comprarti una casa;
- per pagare le migliori scuole ai tuoi figli;
- per avviare un’attività;
- per decidere quando e dove curarti;
- per costruirti una pensione.
Come vedi i soldi servono a realizzare obiettivi che riguardano la tua vita, per cui, quando investi è a questo che devi pensare.
Per capire se siamo sulla stessa lunghezza d’onda, voglio chiarire subito che “investire tanto per avere un rendimento” non ha mai avuto (e in particolare modo oggi) molto senso perché il rendimento è solo un mezzo per raggiungere gli obiettivi che abbiamo visto sopra. Non è il fine.
Certo che maggiore rendimento = più soldi da spendere, ma maggior rendimento significa anche più rischio.
Se ci pensi, ognuno di noi ha una situazione di partenza ben definita e anche se gli obiettivi possono essere simili, il come e il quando raggiungerli dipende da fattori molto personali.
Solo tu sai fra quanti anni i tuoi figli andranno a studiare all’estero e quanti soldi ti serviranno.
Solo tu sai quanti anni ti mancano alla pensione e quanta sarà la differenza con l’ultimo stipendio.
Solo tu sai quanto è importante tenere un certo importo sul conto per le emergenze.
Per questo una soluzione adatta a te non necessariamente lo è per qualcun’altro.
Se inizi a cambiare il modo di pensare e a mettere la tua vita e quella dei tuoi famigliari al centro delle tue decisioni, ti accorgerai che il rendimento sarà una conseguenza delle scelte che farai per raggiungere questi obiettivi.
I prodotti diventeranno gli strumenti per raggiungere i tuoi obiettivi e i mercati dei preziosi alleati.
Ora, visto che l’opinione comune e più diffusa è quella di cercare i cavalli vincenti per ogni stagione, credo sia utile ribadire (e non lo dico io, ma diversi studi in merito) che un portafoglio vada fatto a prescindere dai mercati (che non sono prevedibili), puntando esclusivamente sulle esigenze, sulla situazione personale, sul carattere personale e sul tempo.
Se non inizi a ragionare per obiettivi di vita reali non riuscirai mai ad essere pronto per affrontare il prossimo crollo di mercato, perché continuerai a non sapere perché hai fatto un prodotto piuttosto che un altro.
L’unico antidoto alla paura è quello di dotarsi di un piano d’azione, perché, non averlo, è il modo più sicuro per perdere denaro.
M.Isetta