Ti conviene comprare il Btp Italia?

Lunedì 18 maggio partirà la sedicesima emissione del BTP Italia, il titolo patriottico per eccellenza.

Si tratta di un titolo con scadenza a 5 anni e a tasso fisso, ma legato all’inflazione italiana.

L’emissione, che servirà a finanziare le risorse del decreto Cura Italia, prevederà un bonus per chi tiene i titoli fino alla scadenza. Il rendimento lo sapremo la settima prossima, ma per darti una idea, nell’ultima asta dei Btp a 5 anni i rendimenti si aggiravano poco sopra l’1% netto.

In un particolare periodo come questo, dove c’è anche tanta liquidità sui conti, alcune caratteristiche del BTp Italia come:

  • il premio fedeltà dell’8 per mille per chi li tiene fino a scadenza
  • la durata non particolarmente lunga
  • l’emotività dettata dalle finalità ‘’sociali’’

 

potrebbero farti prendere scelte sbagliate.

L’unico modo che hai per fare la scelta gusta è quello di capire se consideri il debito pubblico italiano un problema oppure no.

Intendo dire che, se vuoi farti una opinione in merito, è molto meglio se spegni la TV e analizzi dei dati. E i dati in questo momento ti dicono una cosa sola: se le condizioni del nostro Paese non miglioreranno ed è molto probabile una revisione al ribasso del giudizio di affidabilità del nostro debito.

Per le principali agenzie di rating – Fitch, Standard & Poor’s e Moody’s  – il debito italiano è ad un passo dall’essere considerato “junk” (spazzatura).

Sono giudizi affidabili? Beh, sicuramente i giudizi delle agenzie di rating sono sempre attesi dai mercati finanziari, ben più delle chiacchere di politici che si improvvisano economisti. Ma per farci una idea di cosa ne pensa il mercato del rischio Italia, possiamo affidarci ad un altro strumento: i CDS (Credit Default Swap).

Nella sostanza, sono delle polizze assicurative contro il rischio di insolvenza. Per semplicità, puoi paragonarli alla Rca dell’auto.

Più sei un soggetto a rischio di incidente, maggiore è il premio dell’assicurazione. Allo stesso modo, più alto è il costo per assicurarsi con i CDS, maggiore è il rischio di quel paese.

Come vedi, dobbiamo pagare il 2% dell’investimento per metterci al riparo dai rischi di un default rispetto alla Germania

 

Ma lo Stato può veramente fallire? La storia è molto chiara.

La Germania è andata in default nel 1932, nel 1939 e nel 1948. Ma il punto non è questo. E’ ovvio che di fronte ad una situazione di emergenza estrema le preoccupazioni maggiori sarebbero i tagli alle pensioni, agli stipendi pubblici e alla sanità.

Vedere i tuoi investimenti in BTP perdere di valore si aggiungerebbe ad una situazione ben più grave, ma con una differenza: le scelte di investimento le puoi decidere tu, prima.

Ora, se per te il problema del debito non esiste, meglio comunque avere solo posizioni marginali rispetto al totale dei tuoi investimenti, anche perché i rendimenti sono bassi rispetto ai rischi.

Quello che puoi fare è chiederti se, a parità di rischio, ci sia la possibilità di ottenere rendimenti maggiori, oppure, se a parità di rendimento, ci sia la possibilità di ridurre il rischio.

Oppure, semplicemente, prestare dei soldi allo Stato Italiano per spirito patriottico, senza farsi tante domande.

M.isetta

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